14 giugno 2023

Comunicazione è missione

A Roma un corso di formazione multimediale per il clero

 

di PAOLO AFFATATO

 

Costantin Mulenga, sacerdote diocesano, è direttore di Radio Yangeni, emittente cattolica nella diocesi di Mansa, in Zambia, il suo paese. In una zona dove il 90 per cento della popolazione vive in villaggi dispersi nel territorio ed è molto povera, la radio è di fatto l’unico strumento di comunicazione e una preziosa via di evangelizzazione. Al di là dell’oceano, in un altro continente, padre Javier Abanto Silva è un domenicano peruviano che si occupa della gestione del sito web e dei social network dell’Ordine, operando nella Dominican Media Society in Perú e partecipando alla redazione di una rivista universitaria. Per non farsi mancare nulla, intanto ha aperto un blog personale di omelie. Altrettanto felice è il percorso di don Vignan Das Gangula, sacerdote indiano legato al movimento Jesus Youth, associazione internazionale incentrata sull’evangelizzazione dei giovani. Abile a confezionare prodotti video, Gangula è direttore di Communio, agenzia della Chiesa latina in India che assiste i missionari nelle zone rurali.

Cos’hanno in comune queste esperienze in luoghi e contesti così diversi? Sono il frutto di quello che era stato pensato come «un esperimento di formazione spirituale, pastorale e missionaria» nel campo dell’evangelizzazione con i mass media. Si tratta del corso annuale dal titolo Comunicazione è missione, che ha appena concluso, alla fine di maggio, la sua quarta edizione ed è nata dalla collaborazione tra la Pontificia Unione Missionaria (Pum) e la Facoltà di comunicazione sociale istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.

Come spiega a L’Osservatore Romano padre Đinh Anh Nhue Nguyên, segretario generale della Pum, «nella pastorale della Chiesa si è individuata l’urgenza di fare missione dentro gli ambiti digitali». Numerosi e diretti sono stati, negli ultimi anni, i messaggi in cui Papa Francesco ha unito alla «missione» la parola «comunicazione». E così — prosegue il segretario — guardando alla realtà dei collegi sotto la giurisdizione del Dicastero per l’evangelizzazione si poneva una sfida: quegli studenti, sacerdoti, religiosi che da tanti paesi del mondo sono a Roma per gli studi teologici, potrebbero usufruire di un supplemento specifico di formazione, legata alla comunicazione mediatica, come opportunità per la diffusione del Vangelo, pensando alle rispettive comunità locali». Nel cammino di formazione sacerdotale, rimarca padre Nguyên, «oggi si parla di influencer cattolici e di missionari digitali e forse si può dire che la beata Pauline Jaricot, fondatrice delle Pontificie opere missionarie, per quante persone è riuscita a coinvolgere nell’opera missionaria, sia stata una “influencer di Dio” da prendere oggi come modello e fonte di ispirazione».

Gli allievi acquisiscono le capacità e gli strumenti per raccontare storie, eventi, esperienze che diventano utili nelle loro diocesi o da integrare nell’opera dei rispettivi istituti religiosi, rispondendo alle nuove frontiere della missione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo contemporaneo. Competenze tecnico-pratiche vengono così offerte a una platea di sacerdoti e operatori pastorali più estesa, e non restano solo riservate agli specialisti che possono frequentare un corso universitario quadriennale. Dato il sostrato di studi filosofico-teologici degli studenti, si tratta di una «formazione complementare» che risulta preziosa per le giovani Chiese in Africa, Asia, America latina, Oceania.

Tra i sacerdoti religiosi che hanno potuto frequentare il corso, il camilliano Emmanuel Zongo è redattore, compositore, fotografo di “Crossover”, la newsletter trimestrale del Camillian Disaster Service International, realtà impegnata in un’opera di servizio in tutto il mondo. Simile è l’esperienza di fra’ Silvan Manolo, che oggi lavora nel servizio di comunicazione della congregazione dei Missionari servi dei poveri: «Grazie alle conoscenze acquisite — scrive — abbiamo potuto lanciare il nostro sito web in cui adesso stiamo pubblicando le notizie sulle nostre attività», senza dimenticare la gestione dei canali dei social media come Instagram e Facebook.

Un caso speciale è quello di padre Samir García Valencia, rientrato nella sua diocesi di Istmina -Tadó, in Colombia: «Curiamo un programma radio di un’emittente della città, scriviamo notizie. Come rettore del Seminario diocesano, ho inserito uno specifico programma di formazione dal titolo Comunicazione è missione nel cammino di studio dei nostri seminaristi», racconta.

A frequentare il corso, che prepara la sua quinta edizione nell’anno accademico 2023-2024, sono sacerdoti, religiosi, seminaristi, ma anche suore e dottorandi dai cinque continenti, accanto ad alcuni studenti “esterni”, soprattutto catechisti o laici che hanno valutato come positiva e fruttuosa questa esperienza: un trampolino di lancio che offre la chiave d’accesso ad ambiti della comunicazione come il web, la radio, il video, con lo spirito di portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra.

 

(Da L'Osservatore Romano, 14 giugno 2023)