25 gennaio 2022

San Francesco di Sales e i pionieri della comunicazione

 

di Antonio Tarallo

 

Tutto partì da quei volantini fissati sui muri o fatti scivolare sotto gli usci delle abitazioni della piccola Chablais, località montana del nord della Savoia. Volantini scritti a mano da un giovane sacerdote inviato in quel territorio per combattere il protestantesimo dilagante che non permetteva agli abitanti di mettere piede nelle chiese. Quel giovane si chiamava Francesco di Sales e i suoi scritti, una volta raccolti, daranno vita al volume Le Controversie. Parole impresse sulla carta che dalla Parola attingono forza e contenuto: una trovata geniale, un nuovo modo di comunicare il Vangelo.

Comunicare è sinonimo di condividere. E se l’etimologia del verbo condividere risiede nel latino cum-dividere che vuol dire dividere con, quella di comunicare è da trovarsi — sempre nella lingua latina — in communicare, ossia mettere in comune: il santo francese incarna tutto questo perché fa diventare il suo messaggio comunicazione e, soprattutto, comunione con gli altri.

Quella di san Francesco è stata una vita immersa nelle parole: dopo una prima formazione ricevuta nei collegi più importanti della Francia, si tuffa nei libri di retorica, filosofia e teologia per poi divenire avvocato. Francesco si addentra, così, in altre parole: da quelle umanistiche a quelle giuridiche. E da queste, infine, all’unica parola che conta: il Verbo di Dio. «Sursum corda» recitava nella messa e la sua scrittura viaggiava in alto.

«Cimentarsi con il volo vuol dire cimentarsi con Dio», così scrive lo scrittore britannico Julian Barnes. E Francesco di Sales amava volare in alto. Lui, patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina» dichiarava Papa Pio xi nella Rerum Omnium Perturbationem del 26 gennaio 1923. Da quel momento in poi, il santo diverrà il modello per tutte le donne e gli uomini impegnati nella società al servizio dell’informazione, testimonianza che le parole — con il loro peso specifico — possono cambiare l’uomo e la realtà circostante. Cambiare il mondo con la forza delle parole, scritte con amore e verità: questo uno dei suoi insegnamenti più importanti.

E di “allievi” nostrani, san Francesco di Sales ne ha avuti tanti. Sono “penne” che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della comunicazione, vergando pagine di pura poesia giornalistica, facendo così diventare la propria professione una missione al servizio della verità. Sono firme prestigiose di una vitalità senza tempo come quella di padre Carlo Maria Curci, fondatore de «La Civiltà Cattolica»: aveva compreso quanto fosse importante superare il tono erudito che caratterizzava le riviste religiose dell’epoca, aprendo così a una scrittura cattolica nuova, meno formale ma non per questo meno approfondita. O come il beato Giacomo Alberione, ideatore de «La Famiglia Cristiana», che, con ingegno innovativo, dirà della rivista: «Non deve parlare di religione cristiana, ma di tutto cristianamente». Leonardo Valente e le sue visioni di un «Avvenire» — di cui fu il primo direttore — «aperto a molte voci che senza indulgere a posizioni cattedratiche e di vertice verifichi i princìpi nella realtà in cui si muove» confrontandosi quotidianamente «con il grande patrimonio di verità della Chiesa», come scriveva nel suo primo editoriale. Mario Agnes, memorabile direttore de «L’Osservatore Romano» e autentico figlio del concilio Vaticano II , dalla scrittura radicata in una quotidianità ad ampio raggio. Poi c’è l’invenzione della “fotonotizia” — quanto mai profetica dell’odierno mezzo del web — nata dalla poliedrica e policromatica mente di Enrico Zuppi, pioniere degli anni ’50-’60 dell’informazione cattolica italiana. Ma c’è anche spazio alla teologia che diviene scrittura creativa e poetica dal forte taglio giornalistico: un nome fra tutti, Adriana Zarri.

Voci e nomi, ma soprattutto parole, che nel segno di san Francesco di Sales hanno costruito storie da raccontare.

 

 

(Da L'Osservatore Romano, 25 gennaio 2022)