07 maggio 2018

Papa Francesco e il giornalismo di pace al servizio della persona

Domenica 13 maggio ricorre la 52.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il Messaggio per l'occasione di Papa Francesco è incentrato sul tema "La verità vi farà liberi. Fake news e giornalismo di pace".

Alessandro Gisotti - Città del Vaticano 

 

Promuovere un giornalismo di pace, “un giornalismo fatto da persone per le persone”. E’ la sfida che Papa Francesco ha lanciato al mondo dell’informazione mondiale con il suo Messaggio per la 52.ma Giornata delle Comunicazioni Sociali che, in molti Paesi, si celebra domenica 13 maggio, festa dell’Ascensione del Signore. Nel documento, pubblicato il 24 gennaio scorso, incentrato sulla verità e appunto sul giornalismo di pace, il Pontefice auspica un giornalismo che sia al servizio di tutte le persone, specialmente di quelle “che non hanno voce”. Un giornalismo, sottolinea Francesco, “impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale”.

Giornalisti servano la verità, non gli interessi particolari

Il legame tra il giornalismo e la pace, tra l’informazione e la cultura dell’incontro sta particolarmente a cuore a Papa Francesco. Già nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2016, il Pontefice ha sottolineato che i mezzi di comunicazione sociale hanno una grande responsabilità per “vincere l’indifferenza” e costruire la pace. E questo innanzitutto ponendosi “al servizio della verità e non di interessi particolari”. Il Messaggio sottolineava quindi che, soprattutto rispetto ai giovani, i mezzi di comunicazione “non solo informano, ma anche formano lo spirito dei loro destinatari” e quindi è fondamentale che i giornalisti vigilino sul modo in cui ottengono e diffondono le informazioni.

Informazione “strumento di costruzione”, non “arma di distruzione”

Sul tema, Francesco torna con vigore nel discorso al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiani. Il giornalismo, afferma il 22 settembre 2016, “deve sempre rispettare la dignità della persona”. Certo, osserva, “la critica è legittima” così come “la denuncia del male, ma questo deve sempre essere fatto rispettando l’altro”. Il giornalismo, è il monito del Papa, “non può diventare un’arma di distruzione di persone, addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame”. Il giornalismo, ribadisce Francesco, deve invece essere uno “strumento di costruzione”, “un fattore di bene comune, un acceleratore di processi di riconciliazione” che favorisca la “cultura dell’incontro”.

Media cattolici proclamino il Vangelo della pace 

Nel giugno 2017, il Papa chiede espressamente ai giornalisti cattolici di “continuare a cercare tutti i mezzi tecnologici e sociali per cooperare alla missione universale della Chiesa di proclamare il Vangelo della pace”. L’occasione è offerta dal Congresso mondiale di Signis a Québec City, dove Francesco si fa presente con un messaggio in cui chiede ai membri dell’associazione cattolica internazionale per la comunicazione di ispirare una “speranza, accessibile a chiunque, proprio nel luogo in cui la vita conosce l’amarezza del fallimento”.