11 luglio 2018

Cei e Paolo Ruffini: continuare a camminare insieme

Nella newsletter dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, il ringraziamento a Paolo Ruffini, nominato da Papa Francesco Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, e l’editoriale in cui si sottolinea come la comunicazione sia troppo spesso fondata “su ciò che bello non è”

 

“Grazie, Paolo”. Si apre così l’ultima newsletter dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana. A scrivere è il direttore, don Ivan Maffeis, con un ringraziamento a Paolo Ruffini, nominato da Papa Francesco Prefetto del Dicastero per la Comunicazione. Una nomina, ribadisce don Maffeis, “che valorizza un professionista di primo piano, che ha contribuito in maniera decisiva a far crescere Tv2000 e il Circuito radiofonico InBlu”.

L’editoriale di Ruffini

Il testo riprende l’editoriale di Ruffini, finora appunto direttore della rete televisiva della Conferenza episcopale italiana, in cui si sottolinea come, “fra tante difficoltà”, si sia cercato di “costruire un’alternativa bella a una comunicazione troppo spesso fondata su ciò che bello non è”, parlando “i linguaggi del nostro tempo, mettendo in discussione le false verità del nostro tempo”.

La pazienza dell’incontro

“Abbiamo cercato con il nostro racconto - scrive Ruffini nell’editoriale - di cambiare totalmente il punto di vista con cui normalmente si vede e si vive la realtà. Di passare - prosegue - dall’idea impaziente dello scontro, che brandisce l’identità come corpi contundenti, alla pazienza dell’incontro, del dialogo, che mostra la complessità del reale e restituisce verità alla scena”. Si è puntato, dunque, alla “verità dei fatti, senza nascondere il male, ma cercando - in quello che Calvino chiamava ‘l’inferno dei viventi’ - ciò che inferno non è”. “Questo cammino non si interromperà certo quando ci sarà qualcun altro al mio posto”, assicura ancora Ruffini dicendosi convinto di “continuare a camminare insieme”. Proposito ribadito anche dal direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali.