03 settembre 2021

Alla Filmoteca proiezione del documentario "Sìrìrì, le cardinal et l'imam"

Proiettato in anteprima mondiale alla Filmoteca Vaticana il potente documentario del regista franco-svizzero Manuel von Stürler sull'amicizia tra il cardinale Nzapalainga e l’imam Layama e il loro impegno congiunto per la Repubblica Centrafricana

 

Marine Henriot – Città del Vaticano

 

Il sorriso dell'imam Oumar Kobine Layama, morto a seguito di una malattia nel novembre 2020, accompagna lo spettatore lungo questo documentario sulle strade dimenticate della Repubblica Centrafricana. "L'amicizia tra un cardinale e un imam è una storia troppo rara per non essere raccontata", ha dichiarato emozionato il regista Manuel von Stürler, durante l'anteprima.

Telecamera alla mano, il regista ha seguito questi due uomini di pace durante i loro incontri con la popolazione centrafricana (ad Alindao, il campo degli sfollati di Bria, Bangassou, ecc...).  Questi due fratelli hanno predicato la pace con i cittadini sofferenti, ai quali il direttore dà la parola per la prima volta: una parola dura, severa, verso i fondamentalisti musulmani, verso i fondamentalisti cristiani che alcuni accusano di genocidio, verso le forze di pace delle Nazioni Unite, verso i politici e la comunità internazionale. Nella Repubblica Centrafricana, "tutti si aiutano, non ci sono più frontiere", sospirano altri, vedove, orfani, sfollati.

"Un popolo dimenticato nel proprio Paese", che finalmente ha la possibilità di essere ascoltato, come dice Manuel von Stürler: "con la mia umiltà, ho voluto trascrivere le loro voci, le loro domande, i loro dubbi".

Sìrìrì non pretende di spiegare la complessità della guerra che sta divorando la Repubblica Centrafricana, ma piuttosto di presentare la cruda realtà che "il conflitto va avanti e si sente una grande fatica tra la popolazione", "penso che sia importante ascoltarlo e sottolinearlo per sperare che le linee si muovano".    

A Sìrìrì, che significa "pace" in Sango, il cardinale Nzapalainga, tutt'uno con la sua jeep, bastone da pellegrino in mano, percorre instancabilmente le piste del suo Paese, dove un quarto della popolazione è sfollata per la violenza. Anche quando la jeep finisce nel fosso, il più giovane cardinale elettore non perde né il sorriso né la speranza: "Nel profondo di ognuno di noi c'è il desiderio di vivere insieme", spiega, "oggi abbiamo fatto molti passi, e dobbiamo continuare a farlo".

Il film non nasconde la violenza onnipresente nel Paese, dove né le chiese né gli ospedali sono rispettati e vengono attaccati, così come le case e le scuole. "La gente vive di questa violenza", sospira il cardinale, prendere le armi è la via più diretta e veloce per le miniere d'oro e di diamanti, senza passare dal potere centrale. Una violenza che non ha scoraggiato l'imam Layama, presidente dell'Alto Consiglio Islamico fino alla sua morte improvvisa l'anno scorso. Con un sorriso sul volto, il chierico diceva: "Bisogna sempre avere il coraggio di accendere la luce".  

Il film finisce con un barlume di speranza: nel santuario di Ngoukomba, una ventina di chilometri a nord di Bangui, musulmani e cristiani pregano insieme al tramonto. "Le differenze sono rispettate", dice il cardinale, "il sole splende per tutti, i cattivi e i buoni, e infine una signora (Maria, ndr) ci riunisce.  

 

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Il Cardinale Dieudonné Nzapalainga in compagnia del nostro Prefetto Paolo Ruffini

Alla Filmoteca proiezione del documentario "Sìrìrì, le cardinal et l'imam"