21 maggio 2019

Presentato il libro “Francesco ieri e oggi. Vita e attualità del Santo di Assisi”

A Palazzo Pio la presentazione del volume “Francesco ieri e oggi. Vita e attualità del Santo di Assisi” di monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, edito dalla Lev. Una raccolta di articoli usciti su L’Osservatore Romano, che partendo dal magistero di Papa Francesco descrivono l’eccezionale personalità del Santo, al di là del devozionale

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

 

Perché tutti, ancora oggi, “andiamo dietro” a Francesco di Assisi, come chiedeva anche frate Masseo, narra il libro dei Fioretti, al Poverello che non era “bello uomo del corpo”, né “di grande scienza”, né “nobile”? “La perenne attualità di Francesco sta tutta nella perenne novità del Vangelo” risponde monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, studioso di storia medievale nell’introduzione del suo libro “Francesco ieri e oggi. Vita e attualità del Santo di Assisi”, presentato stasera nella Sala Marconi di Palazzo Pio , in Vaticano.

Una raccolta di articoli de L’Osservatore Romano

Francesco, prosegue mons. Accrocca “è attuale proprio per il suo radicale evangelismo: nella sua esperienza – scrisse Yves Congar - si riflette l’assoluto del Vangelo della cristianità”. Il volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, è stato presentato da Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano e Paolo Rodari, giornalista di La Repubblica. Si tratta di una raccolta di articoli pubblicati su L’Osservatore Romano, che partendo dal magistero e dai gesti di Papa Francesco narrano la personalità storica e spirituale del Santo da cui egli ha preso il nome, Francesco d’Assisi, e la storia della famiglia religiosa che dalla sua esperienza prese origine.

Il san Francesco di Papa Francesco

La figura del Santo viene trattata andando al di là dell’aneddotico e del devozionale con particolare attenzione alla sua eccezionale personalità. Gli articoli sono ordinati secondo la cronologia della vita di Francesco e, al termine del percorso, vi è un’analisi della visione francescana di Papa Francesco. Monsignor Felice Accrocca, è stato docente nella facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana di Roma, è autore di volumi e saggi su Francesco e Chiara d’Assisi e sul francescanesimo medievale e ha coordinato la sezione delle agiografie nella terza edizione delle Fonti Francescane. Il 18 febbraio 2011 è stato nominato da Papa Francesco arcivescovo metropolita di Benevento.

Monda: in Francesco la forza dell’essenzialità

Il direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda, ha ricordato che gli articoli sono stati scritti in 15 anni, dal 2004 al 2018, in tre pontificati, ma la maggior parte in quello di Papa Francesco. “Cosa di san Francesco ha saputo inquietare e stupire da 800 anni non solo i cristiani?” si è chiesto Monda. Certo la perenne novità del Vangelo, ma anche la sua “forza dell’essenzialità. La gente è assetata di messaggi semplici, dell’essenzialità. Nel volto di Francesco vede quello di Cristo”. E come scrive Gilbert Chesterton, ha ricordato il direttore de L’Osservatore Romano “Tutto quello che san Benedetto da Norcia ha seminato, Francesco lo ha sparso sul mondo. E questo è applicabile anche a Papa Benedetto XVI e Papa Francesco”. Papa Bergoglio, ha concluso, è amato proprio per la radicalità con la quale presenta il Vangelo.

Mons. Accrocca: cerco di umanizzare la figura del Santo

Presentato come una persona che ama san Francesco e riesce a portarlo in maniera accessibile a tutti, monsignor Felice Accrocca, al microfono di Vatican News, sottolinea che il suo “è un tentativo di mediare i risultati della ricerca storica per un pubblico più vasto”. “Credo – prosegue - che il mio sia un tentativo di umanizzare la figura di Francesco. Quando un santo è messo troppo in alto, diventa come i libri nelle biblioteche: più stanno in alto, più non servono a nulla. Nel senso che lo neutralizziamo, diciamo lui è santo, inarrivabile. Invece restituire Francesco alla sua umanità, anche alla sua fragilità umana, serve a inquietarci, a metterci in discussione. Credo che la funzione della vita dei santi sia proprio questa, ossia continuare a inquietare le persone di ogni tempo”.

 

Ascolta l'intervista a mons. Felice Accrocca

 

Lei infatti nell’introduzione dice "no" al Francesco dei fioretti, ma "sì" a quello della quotidianità spesso dura e contradditoria...

R. - Non dimentichiamo che ci fu un momento molto difficile nella vita di Francesco – che durò un paio di anni – e le fonti lasciano chiaramente percepire che lui visse una specie di depressione. Non dobbiamo aver paura del termine, perché le fonti parlano di sintomi che sono chiari. La quotidianità non è sempre facile, anche per i santi, anche perché i santi remano controcorrente. Sono segno di contraddizione con il Maestro, per cui non hanno vita facile.

Come rispondere quindi alla domanda: perché anche oggi andiamo tutti dietro a Francesco?

R. - Andiamo dietro a Francesco perché ha riattualizzato il Vangelo. Il Vangelo è perennemente attuale e, direi, perennemente oltre. Per cui, quando un uomo vive il Vangelo, diventa immediatamente calamitante: pensi a Madre Teresa, ad altre persone, pensiamo a Papa Francesco. Diventano un segno di contraddizione e, al tempo stesso, calamita che attrae. I santi sono così. Direi che l’attualità di Francesco sta nell’attualità del Vangelo.

Cercare l’uomo dietro al Santo: questo è un po’ il suo sforzo. E la eccezionalità di Francesco sta nell’essere un alter Christus, imitazione di Cristo povero, con il suo amore per i poveri …

R. - Sì, però andrei piano con il tema dell’alter Christus, nel senso che storicamente questo tema è stato funzionale proprio a propagandare un’eccezionalità, un’unicità di Francesco e quindi in fondo a sganciarlo dagli uomini. Francesco più che alter Christus si è proposto di seguire le orme del suo Maestro e facendolo - attualizzando il Vangelo nella sua quotidianità, quella quotidianità di una società nella quale il fenomeno urbano era in ascesa e dove i poveri diventavano turba inquietante - è diventato segno di contraddizione per i suoi e nello stesso tempo diventa anche segno di contraddizione ancora oggi, perché il mondo – è vero – va dietro Francesco, ma spesso si fa un Francesco per tutte le stagioni. C’è stato il Francesco pacifista, quello ecologista … Alcuni hanno fatto addirittura il Francesco guerriero. Ma cosa è stato Francesco? Francesco è stato questo tentativo di vivere il Vangelo nella sua radicalità. Questo lo rende perennemente attuale.

Il Francesco di Papa Francesco. Lei scrive che è il suo santo e che il Papa lo considera anche il suo protettore celeste …

R. - Credo che l’approccio che Papa Francesco fa a San Francesco sia globale, non settoriale. Mi pare di aver mostrato in quell’articolo che ho scritto – l’unico articolo non scritto per l’Osservatore, ma per una rivista teologica, che si trova all’interno del libro – che Francesco “Papa”, legge Francesco “Santo”, non in maniera unilaterale, non parziale, ma ne dà veramente una lettura intera, a tutto tondo. Credo che questo consenta anche a Francesco “Papa”, di elaborare una proposta anch’essa alternativa. Il Papa ha il Vangelo davanti agli occhi: qualcuno a volte si stupisce di certi gesti, si sentono alcuni commenti piuttosto irritati, come ad esempio quando andò nel carcere e si inginocchiò per lavare i piedi. Ma chi fa questi commenti? Coloro che non hanno come metro di misura il Vangelo.

Lei scrive infatti che tutta la persona del Papa è francescana …

R. - Certo, tutta. Quindi è evangelico. Molti ma non tutti hanno come punto di riferimento e termine di confronto il Vangelo: alcuni anche all’interno della Chiesa, hanno un modello storico di Chiesa che si è incarnato in un certo momento, in una certa storia. Per alcuni la Chiesa per eccellenza è quella che segue il Vaticano I e precede il Vaticano II. Il confronto quindi non è con il Vangelo, ma con quell’immagine di Chiesa. Tutto ciò che non è confacente o non è in sintonia rispetto a quel modello di Chiesa sembra quasi un tradimento. Il confronto deve essere con il Vangelo, sempre, in ogni epoca, in ogni momento. E allora sì, saremo sempre nuovi e sempre segno di contraddizione.

 

Le foto della presentazione