11-10-2022
Tour promozionale per l'uscita del volume "La rivoluzione dolce della transizione ecologica"

11-13 ottobre 2022

Gaël Giraud, economista, matematico e teologo, autore di La rivoluzione dolce della transizione ecologica. Come costruire un futuro possibile (Lev) sarà in Italia per presentare il suo nuovo testo e incontrare i lettori.

Questo il programma dettagliato degli incontri pubblici:

  • Martedì 11 ottobre LECCO ore 20.45 Sala Ticozzi, via Giuseppe Ongina 4, su invito dell’Associazione Fattore Lecco; modera Gerolamo Fazzini, giornalista
  • Mercoledì 12 ottobre BRESCIA ore 18 Sala Bevilacqua, via Pace 10, su invito della Cooperativa cattolico-democratica di cultura; modera Enrico Minelli, docente di economia politica all’Università di Brescia
  • Mercoledì 12 ottobre VERONA ore 20.45 Istituto di Scienze Superiore San Pietro Martire, via Seminario 8, su invito dello stesso Istituto; modera Paolo Rodari, vicedirettore Gruppo Athesis
  • Giovedì 13 ottobre VIMERCATE (Mb) ore 17.30 Libreria il Gabbiano, piazza Giovanni Paolo II; modera Lorenzo Fazzini, responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana

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IL LIBRO

La rivoluzione dolce della transizione ecologica di Gaël Giraud (Libreria Editrice Vaticana, pp. 236 euro 16, in libreria dal 4 ottobre) è il libro-manifesto per affrontare la crisi ecologica e ambientale, e delineare una risposta alla crisi energetica. L’autore, economista, matematico e teologo, è una delle voci più interessanti del panorama economico attuale e sulle questioni ambientali. 

Direttore del Programma per la giustizia ambientale della Georgetown University, a Washington, nel suo nuovo libro Giraud procede ad una critica serrata sul modo in cui viene insegnata l’economia, avanzando al contempo alcune proposte concrete per affrontare l’emergenza climatica. 

Secondo Giraud, la scienza economica neoclassica non tiene conto del concetto di complessità, del fattore-energia, della questione-moneta: essa non considera il fatto che l’energia diventa centrale nell’elaborazione di un ragionamento economico, perché le fonti di energia non sono infinite; la moneta, scrive Giraud, non è neutra rispetto agli stessi mercati finanziari:  «All’interno di questo modello è impossibile immaginare che, oggi, i mercati delle attività finanziarie derivate rappresentino 12 volte il Pil di tutto il pianeta Terra; e che solo il 7% delle transazioni che avvengono su questi mercati coinvolga un attore economico della sfera reale».

Giraud contesta la sacralità del Pil come indice da cui far discendere ogni ragionamento economico. Il Pil è un parametro obsoleto, perché non tiene conto di altri fattori: «Il Pil è incentrato sulla produzione e il consumo di merci e denaro, mentre la ricchezza della vita sociale non si riduce affatto a questi valori – annota Giraud –. Il Pil ignora le disuguaglianze sociali, segue una logica di media. Il Pil non tiene conto degli effetti nocivi provocati dal produttivismo (e dal diktat di una resa azionaria superiore al 15% annuo) e dalla “deregulation” (la flessibilità come unica politica di lotta contro la disoccupazione) sulla vita sociale e sull’ambiente. È un indice indifferente alla messa in questione dei beni comuni vitali (acqua, aria, terra, riscaldamento globale, ecosistemi…), alla violazione dei diritti fondamentali e all’aumento del disagio del lavoro salariato». 

Giraud critica la finanza senza regole che domina i mercati. L’esempio è singolare: oggi le banche spostano i loro mega-computer nei seminterrati dei loro palazzi, sperando di guadagnare qualche secondo sui concorrenti nel reperimento delle informazioni informatiche. Afferma Giraud: «Oggi esiste un commercio di dati venduti pochi secondi prima di essere diffusi pubblicamente. Così Reuters ha comprato per un milione di dollari all’anno dall’Università del Michigan il diritto di trasmettere ad alcuni clienti l’indice di fiducia dei consumatori (calcolato da quell’ateneo) due secondi prima della sua diffusione ufficiale. L’insider trading è diventato un’industria legale. Come fa notare Paul Krugman molti anni dopo Paul Samuelson (entrambi Nobel per l’economia), le somme investite per l’acquisizione di un’informazione due secondi prima del resto del mondo non possono risultare socialmente utili in quanto produttrici di una qualsiasi ricchezza aggiuntiva».

Giraud non si ferma alla critica ma avanza anche alcune proposte fattive, sottolineando il ruolo importante che le banche e la finanza in generale possono rivestire nella transizione ecologica ed energetica. Ad oggi i bilanci delle banche sono «pieni» di derivati «bruni» cioè collegati alle energie fossili; per questo motivo gli istituti di credito non spingono per la transizione ecologica perché, se questa venisse decisa (scelta ineludibile, per Giraud), le banche si ritroverebbero con bilanci praticamente azzerati: «Per un euro prestato sui mercati finanziari in favore delle energie rinnovabili, le banche francesi ne hanno concessi otto a quelle fossili. Chi potrebbe credere che questa strana selezione di clienti nel settore energetico da parte delle nostre banche sia il frutto di una concorrenza leale?». 

La transizione ecologica può permettere la reindustrializzazione verde dell’Europa, proprio in un continente dove l’industrializzazione è ferma anzi in regressione: alcune scelte concrete, come l’idrogeno, il solare ecc …, possono determinare la rinascita industriale del continente, secondo una filosofia nettamente green. 

Infine, Giraud sostiene con forza la prospettiva di guardare al mondo dei beni comuni, non considerando il pianeta come un insieme di beni privati (aria, acqua, suolo, risorse naturali, ma anche salute globale, perfino il corpo umano) può favorire lo sviluppo di una società più giusta, più sostenibile e capace di futuro. 

L’AUTORE

Gaël Giraud (Parigi, 1970) ha studiato all’École normale supérieure, terminata nel 1993, e all’École nationale de la statistique et de l'administration économique, conclusa nel 1992 con un dottorato in economia. Nel 1997 alla Sorbona si è addottorato in matematica, nel 2020 in teologia al Centre Sèvres. Tra il 1999 e il 2003 ha lavorato a New York e Parigi come consigliere matematico di una banca francese. Nel 1999 è entrato al Centre national de la recherche scientifique (CNRS); è stato consigliere della ministra dell’Ecologia Delphine Batho (2012-2014). Nel 2003-2004 è stato volontario in Ciad a servizio dei bambini di strada. 

Nel 2004 è entrato nella Compagnia di Gesù, nel 2013 è stato ordinato sacerdote. 

Nel 2015 viene nominato chief economist dell’Agence française de développement, l’organismo statale deputato allo sviluppo dei Paesi più poveri. Nello stesso anno ha fondato a Parigi la Cattedra interuniversitaria «Energia e prosperità». Nel 2021 si è insediato a Washington, dove ha fondato e dirige l’Environmental Justice Program della Georgetown University: qui insegna anche Economia ed ecologia alla McCourt School.

Fa parte del Centre d’Économie della Sorbona, del LabExReFi (il «Laboratorio d’Eccellenza» sulla regolazione finanziaria) e dell’École d’économie di Parigi. È visiting professor allo Stellenbosch Institute in Sudafrica, docente di teologia politica al Centre Sèvre, permanent fellow all’Institut d’Études Avancées di Nantes e all’International Energy Agency. Collabora con La Civiltà Cattolica ed è membro della Pontificia Accademia della Vita.

Nel 2009 Le Monde lo ha inserito tra i migliori giovani economisti francesi. Nel 2013 il suo libro Transizione ecologica (Emi) ha vinto il Prix Lycéen du livre d’économie e nel 2016 il Premio Biella Letteratura e Industria. Il 4 ottobre pubblica il suo nuovo libro, La rivoluzione dolce della transizione ecologica. Come costruire un futuro possibile (Libreria Editrice Vaticana, pp. 236, euro 16, traduzione di Anna Maria Foli, revisione editoriale di Pier Maria Mazzola).