Lettera del Santo Padre Giovanni XXIII all'Associazione Cattolica Esercenti Cinema

16 aprile 1959

 

Siamo ben lieti di accogliere il devoto desiderio, che ci hai recentemente espresso, anche a nome dei tuoi collaboratori nell’ Associazione Cattolica tra Esercenti del Cinema, di rendere più viva, con una nostra parola, la vostra comune esultanza, nella occasione del primo decennale della fondazione di cotesta Associazione che si compirà nel prossimo 18 maggio.

Approfittiamo assai volentieri dell'opportunità per esprimerti la nostra compiacenza, per l’opera attenta, zelante, costruttiva svolta dall'istituzione provvidamente promossa dieci anni or sono dal Centro Cattolico Cinematografico. Dalla relazione che ci hai voluto inviare abbiamo, infatti, rilevato con soddisfazione che un ampio lavoro si e fatto per tutelare le sale cinematografiche cattoliche, ormai numerosissime in tutte le regioni d'Italia; per far attuare, con sempre maggiore fedeltà, le norme dottrinali e morali di questa Sede Apostolica; e per dare una convinta testimonianza cristiana nel delicato settore del cinematografo.

È ben giusto che una rete così fitta di sale cattoliche cinematografiche sia sapientemente organizzata e diretta «in modo da poter più efficacemente tutelare gli interessi comuni, attuando le direttive dell'Ufficio Nazionale». Solo così, infatti, c'è da sperare che la continua produzione cinematografica sia incoraggiata ad offrire al pubblico, specialmente alla gioventù desiderosa di svago, l’opportuno divertimento, che non soltanto diletti l'animo, ma lo formi e rinsaldi altresì nell'amore all'onestà, alla rettitudine, al decoro, «sicut decet sanctos» (Ef 5,3).

Vi esortiamo, pertanto, con le parole stesse dell’Apostolo: «Ut filii lucis ambulate; fructus enim lucis est in omni bonitate, et iustitia, et veritate: probantes quid sit beneplacitum Deo; et nolite communicare operibus in fructuosis tenebrarum, magis autem redarguite». Il Signore vi sia vicino con l’abbondanza delle sue grazie, per illuminarvi nei momenti di incertezza, per fortificarvi nel vostro provvido lavoro, per moltiplicare i frutti delle vostre fatiche [...].

 

Fonte: Archivio ACEC.