Lettera al sac. Jean Bernard, presidente OCIC

Segreteria di Stato, 9 luglio 1949

 

Lei ha voluto parteciparmi, signor presidente, l'argomento che sarà trattato nella riunione del Consiglio Generale dell'OCIC, che avrà luogo prossimamente a Londra: Atteggiamento dei cattolici circa l'aspetto industriale e commerciale del cinema, ed io ho letto con molto interesse le pagine del suo rapporto. Dato poi che lei mi sollecita direttive e consigli, esprimo due idee che mi pare meritino di essere poste in chiara luce. La prima, di carattere del tutto generale, è che la forza e il vanto dei cattolici chiamati a dare giudizi morali sui film – campo dove qualche volta é molto facile ed allettante traviare – è il loro totale disinteresse. Essi devono starvi come ad una rigida consegna, e ricordarsi che qualunque somma di danaro passi per le loro mani – l'uso del quale, del resto, oltre che lecito, è necessario per realizzare e lanciare i film buoni – il Beati pauperes del Vangelo vale, a proposito di questa attività, come per ogni altra, e che alla sua osservanza, come sempre, si devono poter riconoscere i veri discepoli del Vangelo. Del resto, a questo principio i membri dell'OCIC si sono sempre attenuti, sicché esso continuerà a tutelarli in avvenire come in passato.

La seconda osservazione riguarda più da vicino l'attività diretta di propaganda e di persuasione esplicata dall'OCIC e dai centri nazionali: si ispiri essa francamente alla fiducia che la pratica del Quaerite primum regnum Dei rende bene anche sotto il rispetto economico e commerciale. Le qualifiche morali dei film, date autoritativamente dai centri nazionali, devono influire sull'afflusso degli spettatori: riducendolo, nel caso di film condannati perché malsani, incrementandolo nel caso di film raccomandati per pregi morali ed artistici. In tal modo, indirettamente s'influisce sulla stessa produzione. Non c'è nessuna ragione che giustifichi qualche compromesso con certe tendenze di far prevalere l'aspetto economico a scapito di un severo giudizio su qualche film sotto l'aspetto della morale cattolica. E quanti hanno l'incarico di dare siffatte qualifiche devono essi per primi credere che è possibile educare il pubblico dei cinema, e che la fedeltà nel tutelare le esigenze della morale verrà prima o poi ricompensata anche su piano economico.

Ecco, signor presidente, le idee che desideravo comunicare in vista delle vostre riunioni londinesi, mentre ho ragione per assicurarle che esse riflettono il pensiero del Santo Padre, di cui le è nota la benevolenza verso la vostra benemerita organizzazione. Egli ne segue le attività con paterno interesse e benedice di tutto cuore quanti parteciperanno alla prossima riunione del vostro Consiglio Generale.

 

FonteRevue Internationale du Cinéma,1949, n. 4, p.1.