Lettera al sac. Jean Bernard, presidente OCIC

Segreteria di Stato, 6 giugno 1958

 

1. L'OCIC compie un'opera grandemente meritoria industriandosi – come ormai fa da più anni – nel promuovere un'azione costante e coordinata dei cattolici a pro di un cinema che rispetti i valori della religione e della morale. Ed io sono lieto di farmi ancora una volta interprete dei paterni incoraggiamenti del Sommo Pontefice in occasione delle Giornate Internazionali di studio, che si svolgeranno a Parigi sotto l'alta presidenza di sua em.za il cardinale Feltin e con la partecipazione della Commissione pontificia per il cinema, la radio e la televisione.

2. I lavori verteranno intorno al lancio dei film buoni nel grande pubblico, argomento di cui più di una circostanza rileva l'alto interesse.

3. Prima tra esse è la continuità della ricerca che lega l'uno all'altro gli incontri dell'OCIC, la quale conferisce alle vostre discussioni particolare utilità. Infatti, dopo aver esaminato l'influsso dei gruppi di cultura cinematografica1, quest'anno voi vi applicate al problema del pubblico più vasto. Problema importante, giacché, la buona accoglienza di una élite non basta per assicurare un buon successo a un film moralmente sano e, pertanto, ad incoraggiare i produttori nel battere la stessa strada; occorre che l'opinione comune si manifesti in suo favore e che lo apprezzino le ondate di pubblico che ogni giorno riempiono i cinema.

4. Una nuova circostanza poi accresce l'opportunità del vostro argomento, ed è il rapido sviluppo che in molti paesi sta segnando la televisione e che minaccia di gettare l'industria cinematografica in una crisi, già causa di ansie per i produttori. A quanto si afferma, i sintomi se ne sarebbero già avvertiti da più parti, e ciò spiega come i responsabili si consultino a vicenda sui mezzi più idonei ad assicurare al cinema la vasta clientela, che rapidamente lo portò ad essere una delle più prospere industrie del mondo odierno. Ora a quali espedienti ricorrerà il cinema per conservare la fiducia del grande pubblico?

5. Infine, per i fedeli, le Giornate internazionali di Parigi avranno il vantaggio di essere la prima assemblea dell'OCIC in grado di approfittare degli insegnamenti dell'enciclica «Miranda Prorsus»2. Questa fortunata circostanza ne faciliterà i lavori, data la chiarezza, la precisione e la sicurezza delle norme contenute nel documento pontificio, ma in pari tempo essa comporta per i partecipanti nuovi doveri, segnando la stessa enciclica la via da seguire, invitando ad agire e prescrivendo ad ognuno il proprio dovere. Il Santo Padre si compiace in prevedere che le Giornate di Parigi contribuiranno a far giungere in tutti gli ambienti interessati la luce degli insegnamenti cristiani e a stimolarvi le necessarie riformo.

6. Si tratta, infatti, di riformare tutto uno stato di cose. Considerando le condizioni in cui il grande pubblico accoglie un nuovo film, a prima vista si direbbe che tra l'opinione di esso, che approva la produzione, e questa, che lo adesca, funzioni un reciproco influsso quasi irresistibile. Come rompere questo circolo? Come lanciare i film buoni? Siffatte questioni occuperanno le vostre discussioni. L'industria del cinema, come del resto avviene per tutte le tecniche di diffusione, non può essere lasciata in balla del solo interesse economico, dato che «il film non può essere considerato semplice merce, ma deve essere stimato, anche e soprattutto, nutrimento intellettuale e scuola di formazione spirituale e morale»3; per la stessa ragione non può dipendere da una pubblicità spesso frivola, quando non sia, purtroppo, insidiosa e indecente4. Solo rispettando le norme morali, ricorrendo ai mezzi dell'arte, e avvalorando le più genuine ricchezze dell'uomo, il cinema vedrà spalancarsi davanti le vie nuove e luminose, cui accenna il Sommo Pontefice nella recente enciclica5.

7. Oh, se tutti quelli che concorrono nella produzione dei film contassero sulle sane reazioni del pubblico! Più di quanto non si voglia credere, esso è in grado di sostenere col suo appoggio ogni genere di film che, con la loro nobile perfezione artistica, possano costituire un valido sussidio di una sana educazione6. Ma siffatta sana reazione, ed il terreno atto ad accogliere i film buoni vanno preparati educando gli spettatori, avviandoli a gustare i valori genuini espressi dal linguaggio proprio del cinema; occorre, inoltre, premunirlo contro i deteriori influssi di certa propaganda, che lusinga le passioni e le curiosità morbose; occorre formarlo, ampiamente diffondendo ed intelligentemente presentando le qualifiche morali dei film: compito, questo, tra i principali dell'ufficio nazionale cattolico cinematografico di ogni paese. È, infine, da augurarsi che il favore del pubblico sia alimentato dall'interesse e dai pregi artistici dei film che ad esso vengono raccomandati, nonché dai premi o da altre distinzioni assegnate ai film particolarmente ricchi di pregi morali e spirituali7.

8. Il Santo Padre crede che un'azione in tal senso concordata tra quanti operano nella produzione e quanti lavorano nella propaganda sarà per ottenere felici e rapidi effetti ai fini della desiderata riforma, ed ancora una volta raccomanda agli spettatori «i quali, con ogni biglietto d'ingresso, quasi scheda di voto, fanno una votazione tra il cinema buono e quello cattivo»8 di prender atto della loro grave responsabilità.

 

1 Segreteria di Stato, Lettera al sac. Jean Bernard, presidente OCIC (1956).

2 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957).

3 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 98.

4 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 95.

5 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 106.

6 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 82.

7 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 109.

8 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957), 93.

 

 

FonteL'Osservatore Romano, 18 giugno 1958; La Civiltà cattolica, 1958, n. 7-8, p. 221.