Quello che gli "Esperti" della Pontificia Commissione per la Cinematografia si propongono di attentamente esaminare nel loro primo congresso, sotto la presidenza di vostra ecc.za rev.ma, è per il Santo Padre motivo di compiacimento e di particolare interesse, perché si tratta di un argomento di grande preoccupazione ai fini della religione e della morale, specie nei riguardi della gioventù.
Sua Santità non si nasconde la complessità dei problemi che la vessata questione del cinematografo impone ai responsabili della pubblica convivenza; e gli sforzi degli onesti su questo terreno non cessa d'incoraggiare e promuovere come una delle più urgenti e più meritorie forme di apostolato. Le difficoltà dell'impresa devono acuire, non trattenere, lo zelo di chi lavora per la causa di Dio e delle anime; e dove la regola dell'azione è la fede, l'azione è intrepida e fiduciosa e nulla lascia d'inesplorato e d'intentato.
Il buon successo, già altre volte ottenuto in questa materia, e di cui è testimonio la «Vigilanti Cura», della santa memoria di Pio XI, è in questa materia non mediocre incoraggiamento; e Sua Santità non dubita che l'importanza della causa, profondamente sentita dai partecipanti al Congresso, non assicuri a questo un buon risultato. L'ecc.za vostra e i suoi benemeriti collaboratori avranno così contribuito ad avviare il potente mezzo che è la cinematografia all'alto intento di promuovere i più nobili ideali e le più rette norme di vita. Avranno ben meritato dai cattolici e da tutti gli onesti.
Fonte: Le cinéma das le enseignement de l'Eglise (1955), p. 94.