28 agosto 2023

Desta preoccupazione l'aumento dell'uso dei social media tra i giovani africani

La questione della sicurezza online non va sottovalutata, poiché i giovani sul web sono esposti a potenziali rischi e pericoli, anche se non mancano aspetti positivi

 

di Suor Georginia Chidalu Ohalete PHJC - Città del Vaticano

 

In un'era sempre più digitale, i giovani africani, come altrove, stanno diventando assidui utilizzatori di social media come Instagram, Facebook, TikTok e altri. Tuttavia, questo aumento dell'attività online ha sollevato preoccupazioni per l'impatto sul loro benessere generale.

I governi potrebbero non essere ancora pronti a gestire le conseguenze di questo fenomeno, viste le già difficili sfide sociali presenti nella maggior parte dei Paesi africani. La Chiesa invece può fare qualcosa per questi giovani?

Strumenti di connessione e coinvolgimento

Nonostante l'elevato investimento personale per l'acquisto di un dispositivo, le alte tariffe di internet, i costi dei dati e le tasse statali, l'uso dei social media in Africa, come altrove, è ormai una necessità e non più un lusso. Per i giovani, le varie piattaforme di social media rappresentano uno strumento essenziale per connettersi, fare affari, ottenere notizie e informazioni e, soprattutto, per l'impegno sociale e politico (i giovani vengono definiti dall'Unione Africana come persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni).

Padre Joel Nkongolo, sacerdote clarettiano di nazionalità congolese che lavora ad Abuja, in Nigeria, è un esperto di informatica e uno specialista che analizza anche le piattaforme e le tendenze dei social media.

Parlando a Vatican News, p. Nkongolo ha spiegato che i giovani devono essere incoraggiati a trovare un equilibrio tra il mondo reale e quello virtuale e ad evitare un uso eccessivo dei social media, devono essere protetti dalle pressioni sociali, dal senso di inadeguatezza derivante da "immagini perfette" pubblicate dai coetanei. Occorre dunque trovare un equilibrio tra i benefici e i potenziali svantaggi di questo fenomeno digitale, ha affermato il missionario clarettiano. L'idea è quella di "massimizzare gli aspetti positivi e affrontare le preoccupazioni con un approccio globale che preveda l'educazione e il coinvolgimento dei genitori".

 Con qualche tocco sullo schermo...

Padre Nkongolo sottolinea i vantaggi dei social media, tra cui l'accesso dei giovani a notizie, contenuti educativi e altre risorse su vari argomenti. Con pochi tocchi sullo schermo, i giovani possono esplorare un mondo di conoscenze e rimanere aggiornati sugli eventi attuali. Questo accesso rapido e immediato alle informazioni può espandere i loro orizzonti e incoraggiare la crescita intellettuale. Il sacerdote ha poi spiegato che i social media permettono ai giovani di esprimersi e di condividere le proprie idee e opinioni, ed offrono uno spazio virtuale dove poter mostrare il loro talento e la loro creatività, che si tratti di pubblicare opere d'arte, scrivere blog o creare video. Le piattaforme consentono loro di ottenere il riconoscimento e il sostegno dei loro coetanei, aumentando la fiducia e l'immagine di sé e incoraggiandoli a perseguire le loro passioni e i loro obiettivi.

Impegno sociale e politico

P. Nkongolo ha spiegato che alcune piattaforme di social media sono strumenti potenti per aumentare la consapevolezza e guidare il cambiamento sociale e politico nelle comunità. I giovani possono usarle per promuovere cause importanti e sostenere la giustizia. Dalla condivisione di petizioni all'organizzazione di raccolte fondi, i social media permettono ai giovani di mobilitare un vasto pubblico e di avere un impatto tangibile nelle loro comunità online e offline.

I giovani possono anche entrare in contatto con professionisti nei settori che desiderano, cercare opportunità di tutoraggio e scoprire potenziali opportunità di carriera. Piattaforme come LinkedIn consentono loro di mettere in mostra le proprie competenze professionali e di costruire una solida presenza online che può aprire le porte al successo futuro.

Affrontare le preoccupazioni

Tuttavia, i social media comportano rischi e sfide, tra cui cyberbullismo, contenuti inappropriati, dipendenza e problemi di salute mentale. Padre Nkongolo sottolinea quanto sia fondamentale ricordare che, se da un lato i social media offrono questi aspetti positivi, dall'altro ci sono anche potenziali svantaggi a cui i giovani devono prestare attenzione quando navigano in rete. Se da un lato internet e le aziende che si occupano di social media dovrebbero fare la loro parte nel ridurre i rischi e i danni, dall'altro gli individui possono fare molto per rimanere al sicuro. Un uso eccessivo dei social media, ad esempio, può ridurre drasticamente le interazioni faccia a faccia e portare a problemi di salute mentale. Padre Nkongolo esorta quindi i genitori e gli educatori a svolgere un ruolo cruciale nel guidare l'uso dei social media da parte dei giovani. Dovrebbero dare l'esempio e dimostrare loro stessi un uso responsabile dei social media.

Incoraggiare le pause dai social media e stabilire linee guida sul tempo trascorso sullo schermo può aiutare a bilanciare le attività online e offline. Promuovere il pensiero critico e la verifica delle informazioni può sviluppare nei giovani la capacità di discernere le fonti affidabili. 

"Le piattaforme social dovrebbero applicare restrizioni di età e fornire filtri appropriati ai contenuti per proteggere i giovani utenti, in particolare i minori. I genitori devono monitorare le attività online dei loro figli e discutere apertamente dei potenziali rischi", ha detto p. Nkongolo.

La Chiesa deve trovare spazio nei social media

In breve, p. Nkongolo afferma che le piattaforme dei social media promuovono la connessione, la condivisione di informazioni, l'espressione di sé, il cambiamento sociale e le opportunità di networking. Questi aspetti sono cruciali per lo sviluppo dei giovani. Sarebbe quindi poco saggio ignorare questo campo, soprattutto per una Chiesa che lavora con i giovani nelle scuole cattoliche, nelle case di formazione religiosa e nei seminari.

Anche se questo può valere solo per alcuni, se i sacerdoti e i religiosi diventassero fiduciosi e propositivi nell'uso dei social media, sarebbero in grado di dare l'esempio e di fare da mentori a una generazione più giovane sotto la loro responsabilità, compresi i futuri seminaristi.