07 agosto 2021

Da 25 anni al servizio della comunicazione nella Chiesa

di DANIEL ARASA, Decano della facoltà di Comunicazione sociale istituzionale

 

Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della facoltà di Comunicazione sociale istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce. Nata nel 1996 con un piccolo nucleo di nove studenti, oggi conta oltre cinquecento alumni che servono la Chiesa praticamente in tutte le parti del mondo. Sin dall’inizio la facoltà di Comunicazione è impegnata — unica nel suo genere — nella formazione di specialisti in grado di operare nell’ambito della comunicazione presso istituzioni ecclesiali (diocesi, conferenze episcopali, congregazioni, movimenti) e altre organizzazioni orientate da valori cristiani, come a esempio iniziative non profit, ospedali o università.

Il desiderio di questa giovane realtà è sempre stato quello di preparare professionisti che siano capaci di adattarsi alle costanti innovazioni sociali nell’ambito della comunicazione, comprendendo con intelligenza i vari progressi che man mano si presentano nella società.

La comunicazione delle istituzioni ecclesiali va fatta in modo organizzato, con l’obiettivo di stabilire con i propri interlocutori rapporti di qualità e ottenere una notorietà pubblica che sia sempre rispettosa della propria identità. Il compito di un buon comunicatore è dunque, da una parte, “informativo”, aggiornando in maniera professionale, gradevole e attraente il proprio pubblico di riferimento; dall’altra parte è un compito “formativo” che non si deve limitare al dato di fatto, ma spiegare il contesto e il senso delle informazioni che si trasmettono.

Si tratta perciò di un’attività al servizio del governo della Chiesa, e va considerata come una dimensione che deve contribuire alla missione evangelizzatrice. Poiché la Chiesa ha il triplice compito di insegnare, santificare e governare, la comunicazione serve a migliorare queste attività e per questo risulta indispensabile. Ciò richiede un investimento sia di risorse ma soprattutto di persone, contando sulla capacità dei vari superiori di lasciarsi aiutare dai professionisti di questo ambito, attraverso un necessario credito di fiducia.

Non meno importante è la formazione dei giornalisti. La facoltà offre regolari corsi sulla copertura dell’informazione religiosa in modo da dare agli operatori della comunicazione i criteri adeguati e le fonti giuste per una informazione onesta e profonda, sia che lavorino per media cattolici che per media generalisti.

In questi primi venticinque anni di vita della facoltà di Comunicazione sociale istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce possiamo dire che si è molto contribuito a trasmettere la consapevolezza della necessità di organizzare strutturalmente la comunicazione delle realtà ecclesiali. E questo è sicuramente un primo importante frutto. Un secondo frutto sono i nostri ex studenti, impegnati in tante parti nei diversi ambiti della comunicazione istituzionale. L’approccio per rendere possibile tutto ciò è anche facilitato dall’integrazione tra formazione filosofica e teologica, perché non si può parlare della Chiesa, sulla Chiesa e a nome della Chiesa se non se ne conosce l’identità.

Occorre poi una solida formazione culturale, affinché il comunicatore sappia comprendere il contesto nel quale la Chiesa è inserita e vive. Infine, è necessaria una qualificata formazione professionale, per essere veramente aperti alle nuove conoscenze e alla collaborazione con gli esperti.

A tutto questo prova a dare concretezza da venticinque anni la nostra facoltà.