Lettera al sac. Jean Bernard, presidente OCIC

Segreteria di Stato, 16 maggio 1952

 

II convegno di studi internazionali sull'educazione cinematografica che a Madrid farà seguito alla riunione annuale del Consiglio generale dell'OCIC, offre per il suo stesso argomento un incontestabile interesse, e merita di richiamare l'attenzione degli educatori cristiani. Sono lieto di rendermi interprete del paterno incoraggiamento che il Santo Padre indirizza agli organizzatori e ai partecipanti di tale convegno.

La tecnica e l'arte del cinema hanno, in questi ultimi decenni, conosciuto sviluppi così rapidi, e l'influsso che il cinema di fatto esercita sulla gioventù è talmente notevole, che l'educatore cristiano non può oggi trascurare questo problema posto alla sua coscienza professionale. E, se lo affronta, non dovrà forse cercare di rendere sua alleata «una forza così potente e universale», la quale, se rettamente orientata «può essere utilmente indirizzata ad un altissimo scopo di miglioramento individuale e sociale?»1. Con questo spirito i membri del convegno di Madrid cercheranno di formarsi una chiara idea dello stato di cose determinatosi nei vari paesi in seguito ai progressi compiuti dal cinema, valutandone le ripercussioni, negative o favorevoli, avutesi nella formazione dell'intelligenza, del carattere, della sensibilità dei giovani spettatori, e di prendere in considerazione le possibilità educative e culturali di questa nuova arte, che, da lungo tempo ormai, ha cessato di essere un semplice spettacolo attrattivo. Compito, quindi, d'informazione oggettiva, ma nello stesso tempo di prudente riflessione e di decisioni pratiche.

Per guidare i vostri lavori e per mantenere i vostri giudizi ugualmente lontano da avventati entusiasmi e da timorose riserve, non vi mancheranno gli avvertimenti e le direttive del Sommo Pontefice e del suo venerato predecessore. Più volte, infatti, essi hanno trattato questo argomento, che oggi è oggetto del vostro studio. Su piano più generale, i recenti discorsi di Sua Santità intorno ai doveri di ogni coscienza cristiana e sulla sua formazione nei confronti dei problemi dell'ora presente, potranno utilmente illuminarvi nelle vostre discussioni2; perché, se è vero che i sistemi di istruzione si evolvono col moltiplicarsi delle scoperte scientifiche, le norme morali che ne determinano l'applicazione devono riferirsi ai principi immutabili che il Santo Padre ha giudicato opportuno ricordare con fermezza.

Del resto, la particolare attenzione che la Santa Sede dedica ai problemi del cinema, il cui influsso sulla coscienza umana si manifesta tanto potente, viene confermata, come voi sapete, dalla recente costituzione di una Pontificia Commissione per la Cinematografia, che ha sede nella stessa Città del Vaticano, e che ha il compito di assicurare la fedele esecuzione delle direttive pontificie in questo settore.

 

Tratto da: Rivista del CInematografo, 1952, n. 7, p. 7.

 

1 Pio XI, Lettera enciclica «Vigilanti cura» (1936), 42.

2 Pio XII, Radiomessaggio per la giornata della famiglia, 23 marzo 1952: Discorsi e Radiomessaggi Pio XII, 19 (1955), p. 19 ss.

 

 

FonteRevue Internationale du Cinéma, 1952, n. 13, p. 17.