Lettera al sac. Jean Bernard, presidente OCIC

Segreteria di Stato, 25 giugno 1960

 

1 - Il Santo Padre ha appreso con viva soddisfazione che, per la decima volta dalla fine dell'ultima guerra mondiale, l'OCIC organizza per il prossimo mese di luglio delle Giornate Internazionali di Studi Cinematografici , che si terranno a Vienna, sotto l'alto patronato di Sua Eminenza il Cardinale Francesco König e con la collaborazione della Commissione cattolica cinematografica austriaca.

2 - Il tema scelto: Cinema, gioventù e poteri politici, s'inserisce assai opportunamente nella serie degli argomenti trattati nei precedenti convegni: la classificazione morale dei film, l'influsso dei circoli di cultura cinematografica, il lancio dei buoni film nel grande pubblico.

3 - Si tratta, questa volta, di esaminare più particolarmente i problemi del cinema nei loro rapporti con la gioventù e di mettere in luce la grave responsabilità che incombe in questo campo ai pubblici poteri.

4 - Sua Santità, che, fin dall'inizio del suo pontificato, aveva voluto manifestare la sua preoccupazione «ai gravi problemi che nel campo della moralità pubblica... e della educazione della gioventù vengono proposti dagli strumenti audio-visivi di diffusione»1, formula i suoi più paterni voti per la felice riuscita di questa importante riunione.

5 - È un fatto tristemente noto che ogni anno cresce il numero dei film immorali, e le prime vittime di questi cattivi spettacoli sono le anime meno difese e più impressionabili: quelle dei giovani. Il dilagare di questo pericolo ha allarmato, grazie a Dio, larghi settori della pubblica opinione, e l'autorità civile ha compreso, in molti paesi, che un rimedio si impone di urgenza, se non si vorrà assistere domani a un pericoloso scadimento dei valori spirituali e della moralità. Che cosa, infatti, si potrà attendere, da una generazione che, fin dalla prima età, sia stata imbevuta di idee false sulla vita, spinta a ripudiare ogni norma e ogni autorità, e invitata ad abbandonarsi senza ritegno alle passioni?

6 - Secondo la dottrina più volte ricordata dai sovrani pontefici, e segnatamente da Pio XI nella memorabile enciclica «Divini illius Magistri»2, l'educazione della gioventù riguarda in primo luogo la famiglia e la Chiesa; ma l'autorità civile, da parte sua, non può disinteressarsi del benessere spirituale dei giovani; essa deve, al contrario, assicurar loro, in vista del bene comune ed in armonia con la famiglia e la Chiesa, la protezione di cui hanno bisogno. Rientra, quindi, come si vede, nella sua competenza, prendere, nei riguardi del cinema, le misure necessarie per il bene delle giovani generazioni: misure che riguardano tanto il settore legislativo quanto il potere esecutivo, poiché anche le migliori leggi saranno di scarso aiuto se non saranno efficacemente applicate.

7 - Ci sono tre punti, in particolare, sui quali l'intervento dei pubblici poteri risulta oggi su questo argomento non solo possibile e desiderabile, ma sempre più necessario.

8 - Il primo riguarda il cinema in generale: si vorrebbe vedere l'autorità civile intervenire in modo più deciso ad eliminare dalla vita pubblica gli spettacoli degradanti, a qualsiasi genere di pubblico siano essi destinati. Anche le migliori iniziative a favore della gioventù, porterebbero scarsi frutti se i giovani fossero indotti a credere che, oltrepassato un certo limite di età, non saranno più tenuti a seguire nessuna regola direttiva di moralità né saranno più esposti ai pericoli inerenti alla natura umana. E che altro potrebbero pensare vedendo che i film immorali sono pubblicamente annunciati, diffusi e frequentati dagli adulti in spregio alle leggi della coscienza?

9 - Un secondo punto riguarda più direttamente la gioventù: si tratta dei provvedimenti – che dovranno essere presi e universalmente applicati – per difendere i giovani dai film che non sono adatti alla loro età.

10 - Si tratta qui di spettacoli che possono essere ammessi per gli adulti, ma la cui visione, come rilevava il papa Pio XII nell'enciclica «Miranda prorsus»3,, può esercitare un'influenza deleteria sui giovani, proprio per la loro immaturità. Il fatto che genitori o educatori negligenti manchino talora su questo punto al loro dovere non dispensa dal suo l'autorità civile, che ha il grave obbligo di proteggere efficacemente la gioventù in questo campo.

11 - L'applicazione pratica di questa esigenza può porre in concreto problemi delicati: a qual età, ad esempio, permettere l'ammissione dei giovani alle sale pubbliche o a una determinata categoria di film? Come ottenere l'effettiva applicazione delle leggi in materia?

12 - Tutte le persone di retto sentire saranno almeno d'accordo nel richiedere all'autorità civile che i bambini non siano in alcun caso ammessi nei pubblici cinema – salvo evidentemente che si tratti di programmi riservati a loro – e che gli adolescenti siano efficacemente difesi nei riguardi dei film che esigono una piena maturità morale, finché non raggiungano l'età in cui potranno assistervi con profitto.

13 - C'è, infine, un terzo punto sul quale si ha motivo di attendere l'aiuto dei pubblici poteri. Proteggere e difendere non sarebbe, infatti, sufficiente. Il problema del cinema non sarà veramente risolto, per quanto riguarda i giovani, fino a quando non esisterà un cinema adatto per loro, che tenga conto delle esigenze della loro sensibilità e di tutti i risultati che lo studio approfondito della psicologia infantile e dell'adolescenza ha permesso di acquisire nel corso di questi ultimi anni.

14 - Certo, sta anzitutto all'iniziativa privata intervenire in questo campo, ma quando questa non è sufficiente, l'aiuto e l'incoraggiamento dello Stato diventano, in molti casi, utili, anzi necessari. Pio XII lo rileva nella già menzionata enciclica: «quando tanto ingenti sono le spese sostenute dallo Stato per la pubblica istruzione, non può mancare il contributo di esse alla soluzione positiva di un problema educativo di tanta importanza»4.

15 - Ecco, signor presidente, alcuni aspetti del tema proposto allo studio delle Giornate Internazionali di studi cinematografici di Vienna.

16 - Sua Santità è lieto di apprendere che, oltre ai delegati degli Uffici Cattolici membri dell'OCIC, saranno presenti ai vostri dibattiti rappresentanti qualificati delle pubbliche autorità ed esperti specialisti dei problemi della gioventù. Possa questo Congresso contribuire a risvegliare sempre più il senso di responsabilità di tutti coloro che concorrono a determinare l'atteggiamento dei poteri pubblici nel campo del cinema e della gioventù. È da augurarsi anche che gli uffici cattolici del cinema nei vari paesi possano far valere con un'efficacia sempre maggiore le sovrane esigenze della coscienza: e ciò per il maggior bene della gioventù e dello stesso cinema.

17 - Con questi voti paterni, e in pegno delle migliori grazie sui vostri lavori, il Sovrano Pontefice invia di gran cuore a tutti i partecipanti, e in primo luogo alle autorità religiose e civili, una speciale benedizione apostolica.

 

1 Giovanni XXIII, Lettera apostolica «Boni Pastoris» (1959).

2 Pio XI, Lettera enciclica «Divini Illius Magistri» (1929).

3 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957).

4 Pio XII, Lettera enciclica «Miranda prorsus» (1957).

 

 

FonteL'Osservatore Romano, 11-12 luglio 1960, p.1.