Lettera a p. Antoine Wenger, direttore del quotidiano cattolico La Croix

Paolo VI, 23 febbraio 1965

 

Per noi, che leggiamo ed apprezziamo da molti anni questo grande quotidiano cattolico, l'anniversario che oggi Voi celebrate ricorda infatti tutto un passato di fedeltà alla Chiesa ed alla Santa Sede.

II modesto giornale che, più di ottant'anni fa, faceva il suo ingresso nella stampa francese grazie allo zelo ed alla previggenza di un coraggioso gruppo di religiosi assunzionisti, ha visto progressivamente allargarsi i suoi orizzonti ed il suo pubblico. Oggi esso occupa con onore il suo posto nell'insieme dei grandi organi d'informazione del vostro Paese, e la fiducia che gli mostra l'episcopato francese prova a sufficienza che ha saputo trovare la vera formula del giornale cattolico: sollecito insieme nell'informare e nel formare i propri lettori.

Da una parte, per la sua cura di dare all'informazione religiosa il posto che le compete, La Croix rende ai cattolici di Francia un servizio impagabile: l'abbondanza e la qualità delle cronache da esso fornite sul recente Concilio ne sono un'altra prova. Dall'altra, rende loro un non minore servizio aiutandoli a portare, giorno per giorno, un giudizio cristiano sugli eventi profani. Infatti, oggi occorre necessariamente che ognuno si formi un'opinione personale sui fatti e sulla vita del mondo e – come recentemente rilevavamo – «non è possibile avere tale pensiero allineato sui principi cristiani, senza il rifornimento, il suggerimento, lo stimolo del giornale cattolico»1.

Perciò, cari figli, vi incoraggiamo a perseverare generosamente nel vostro lavoro, nella fiducia che i cattolici di Francia continueranno ad apprezzarlo come noi, e saranno generosi nel portare al loro grande quotidiano nazionale l'appoggio ed i mezzi che esso merita [...].

 

1 Paolo VI, Discorso «Abbiamo accolto» (1964) n. 11.

 

FonteL'Osservatore Romano, 24 febbraio 1965.