Lettera a mons. Martin J. O'Connor

Segreteria di Stato, 24 aprile 1953

 

Quello che gli "Esperti" della Pontificia Commissione per la Cinematografia si propongono di attentamente esaminare nel loro primo congresso, sotto la presidenza di vostra ecc.za rev.ma, è per il Santo Padre motivo di compiacimento e di particolare interesse, perché si tratta di un argomento di grande preoccupazione ai fini della religione e della morale, specie nei riguardi della gioventù.

Sua Santità non si nasconde la complessità dei problemi che la vessata questione del cinematografo impone ai responsabili della pubblica convivenza; e gli sforzi degli onesti su questo terreno non cessa d'incoraggiare e promuovere come una delle più urgenti e più meritorie forme di apostolato. Le difficoltà dell'impresa devono acuire, non trattenere, lo zelo di chi lavora per la causa di Dio e delle anime; e dove la regola dell'azione è la fede, l'azione è intrepida e fiduciosa e nulla lascia d'inesplorato e d'intentato.

Il buon successo, già altre volte ottenuto in questa materia, e di cui è testimonio la «Vigilanti Cura», della santa memoria di Pio XI, è in questa materia non mediocre incoraggiamento; e Sua Santità non dubita che l'importanza della causa, profondamente sentita dai partecipanti al Congresso, non assicuri a questo un buon risultato. L'ecc.za vostra e i suoi benemeriti collaboratori avranno così contribuito ad avviare il potente mezzo che è la cinematografia all'alto intento di promuovere i più nobili ideali e le più rette norme di vita. Avranno ben meritato dai cattolici e da tutti gli onesti.

 

 

FonteLe cinéma das le enseignement de l'Eglise (1955), p. 94.