Discorso del Santo Padre Pio XI ai redattori fotografi e cinematografici

12 novembre 1936

 

Una volta – ha cominciato sorridendo Sua Santità, prendendo lo spunto dalla denominazione di redattori-fotografi, propria degli intervenuti – gli illustratori erano al servizio della redazione: adesso è la redazione che è passata al servizio degli illustratori. Si vede che il mondo cammina; invecchia, ma cammina. Il Santo Padre avrebbe voluto congratularsi senza riserve di queste conquiste così importanti sul terreno del pensiero, della espressione del pensiero, che dalla parola oggi passa alla figura. E, infatti, la figura diviene quasi la figurazione del pensiero: una cosa, questa, molto complicata, poiché la parola resta sempre la grande arte, la grande, classica, naturale, sovrana espressione del pensiero; ma, insomma, l'attuale conquista della figurazione, dell'immagine, è notevole; e il Santo Padre [...] avrebbe voluto congratularsi senza riserve: «Ma uomini del passato come siamo – soggiungeva – mentre voi siete dell'avvenire, non possiamo a meno di ricordare [...] specie quando vediamo la forma presa da talune pubblicazioni, non possiamo a meno di ricordare che una volta si leggevano i testi e si dava un'occhiata alle figure: adesso si vedono le figure e non si leggono i testi, o poco si leggono, anche perché le figure sono un supplemento del testo».

Accennando poi al fatto che con i redattori fotografici erano anche dei redattori cinematografici, Sua Santità rilevava l'importanza grandissima assunta dalla stampa cinematografica e rievocava come egli stesso avesse avuto il piacere e l'utile occasione di vedere altra volta dei rappresentanti non infimi – ammesso che possano esservi delle categorie infime in questi campi – ma rimarchevoli della stampa cinematografica internazionale.

Tutto ciò diceva abbastanza il desiderio del Santo Padre di lasciare intendere a quei dilettissimi figli ciò che egli avrebbe voluto e potuto non difficilmente dir loro, poiché essi gli rappresentavano, in ordine appunto alla trasmissione del pensiero, ciò che vuole e deve dire la trasmissione stessa in servizio della verità e del bene. Avrebbe voluto dire altre cose [...] ma non gli era; in quel momento, possibile. [...] Egli li avrebbe rivisti molto volentieri, ed allora avrebbe trovato il tempo di preparare per essi qualche cosa di molto opportuno derivante dal suo ministero di verità e di bene.

 

Tratto da: L'Osservatore Romano, 14 novembre 1936, p. 1.