Discorso del Santo Padre Pio XI ai rappresentanti della FIPRESCI - Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica

11 agosto 1934

 

L'augusto Pontefice teneva ad esprimere la sua gratitudine per il pensiero molto amabile di quei signori di venire a visitare il vecchio Sacerdote, il vecchio Padre: ma, espressa la sua riconoscenza, voleva anche manifestare tutte le grandissime preoccupazioni che il cinematografo gli procura, soprattutto da qualche tempo. Gravissime, perché, senza ripetere tutto quello che può esservi di buono nel cinematografo e tutto il bene che esso può fare quando serve alla diffusione, alla divulgazione della verità e della virtù, è a tutti noto come, disgraziatamente, esso sia fonte e veicolo precipuamente e quasi sempre di un male enorme.

Il Sommo Pontefice da qualche tempo riceve, a questo proposito, da missionari, da vescovi e arcivescovi, da cardinali sparsi in tutto il mondo delle ampie relazioni: e tutte le notizie ed informazioni sono all'unisono nel deplorare, nel modo più straziante ed angoscioso, le tristi conseguenze del cinematografo. Ciò in maniera particolare il Santo Padre doveva rilevare, e lo faceva presente ai suoi ascoltatori perché, a loro volta, essi lo ripetessero a tutti gli altri.

Sua Santità non aveva avuto sentore, fino a quella occasione, dell'esistenza di una Federazione della Stampa Cinematografica: ora, poiché si trovava, in quel momento, dinanzi ai rappresentanti di essa, si faceva premura di chiedere loro: il cinematografo sarebbe quello che è, e farebbe tutto il male che fa, se la stampa non lo sostenesse, e si ponesse invece risolutamente contro tanta immoralità? In altri termini, il cinematografo non è forse, in gran parte, quale la stampa lo fa? La questione è gravissima: non si tratta, infatti, soltanto di un interesse puramente religioso, si tratta di continui attentati alla morale cristiana od anche, semplicemente, alla morale naturale umana. Bisogna applicare al cinematografo la concezione che deve reggere e regolare il grande dono dell'arte. Ora, l'arte ha quale compito suo essenziale, e come la sua stessa ragione di essere, quello di essere perfettiva dell'entità morale che è l'uomo, e perciò deve essere essa stessa morale: nel caso contrario, si avrebbe l'assurdo più dannoso. Dunque – ripeteva Sua Santità – il cinematografo sarebbe così cattivo, così moralmente depravato, se la stampa si ponesse risolutamente contro i film immorali? Questa la domanda piena di apprensione e di angoscia, che il Padre delle anime deve rivolgere a tutti gli interessati; e Sua Santità pregava gli intervenuti di essere come il suo microfono per ripeterla a tutti, quell'interrogazione dolorosa e ansiosa, per diffonderla ovunque.

Il linguaggio di certe statistiche è impressionante. Qualcuno ha calcolato che durante un solo mese – lo scorso novembre – i cinematografi di tutto il mondo sono stati frequentati da ben ottantasette milioni di persone. Quale sarà stata, in tutto questo imponente numero di spettacoli, la percentuale del cinema morale, educatore? Sicuramente esigua, assai scarsa.

Oltre a tale gravissimo problema circa la missione della stampa cinematografica, il Santo Padre teneva moltissimo a chiarire un altro punto. Egli ha più volte inteso che ai lamenti contro il cinematografo immorale si risponde: �??Ci si dia la materia per i film religiosi, morali e noi faremo anche quelli". No, non si tratta di produrre film religiosi e metterli insieme o alternarli con i film libertini: è necessario, invece, che tutto il cinematografo sia morale, moralizzatore, educatore.

Il Santo Padre si chiede spesso, e vorrebbe ripeterlo a tutti, se sono ben considerate, da chi di ragione, le gravissime, tremende responsabilità che gravano come peso formidabile su coloro che sono i promotori e i propagatori del cinematografo immorale. Risovvengono alla mente le parole di Nostro Signore, allorché nel Vangelo parla della Mammona iniquitatis. Quante volte il desiderio di iniquo lucro porta al decadimento, alla morte morale di intere generazioni! Quali rovine! E si tratta di anime! È terribile pensarci; e non solo – è chiaro – dal punto di vista religioso, ma anche dal punto di vista semplicemente umano.

Sua Santità teneva a ricordare, a questo proposito, sempre invitando a ripetere ovunque il suo pensiero e le sue parole, ciò che il grande poeta, Dante, dice di un libro che aveva portato alla caduta, alla colpa: Galeotto fu il libro e chi l’ha scrisse. Galeotto, cioè intermediario, strumento del delitto. E un altro grande, il Manzoni, – che per la sua alta levatura e il suo genio può benissimo stare a fianco a Dante – nel dare le buone regole dell'arte ha delle parole splendide, magnifiche: Sentire e meditar, il santo vero / Mai non tradir, né proferir mai verbo / Che plauda al vizio, o la virtù derida. Ecco quello che la stampa cinematografica non dovrebbe mai dimenticare: non farsi intermediaria del male, non dir mai parola che possa sembrare irrisione alla virtù ed elogio del vizio, come spesso, purtroppo, con tante tristi conseguenze, avviene.

Infine, un'altra sua raccomandazione l'augusto Pontefice teneva moltissimo a far conoscere. È noto come ora, in tutti i paesi d'Europa, – ed egli lo rilevava con special soddisfazione paterna – per merito di valorosi cattolici, ed anche di altri appartenenti a diverse confessioni religiose, e di persone che agiscono solo per un sentimento di moralità umana, a vantaggio della moralità pubblica, sono stati promossi, da qualche tempo, dei movimenti, indette delle crociate per il cinema morale. Anche i governi qua e là se ne occupano, in Italia come altrove, e qualche cosa hanno fatto, benché non con tutto il risultato che si ripromettevano, giacché è sempre più facile fare le leggi che applicarle. Ed ora ecco che nell'America del Nord si svolge una grande campagna contro il cinema immorale. E non sono soltanto i vescovi cattolici che hanno iniziato il movimento, ma tutti gli onesti si sono riuniti intorno a questa salutare, santissima impresa dell'episcopato. Il Sommo Pontefice, in questi ultimi tempi, ha già veduto una decina di vescovi degli Stati Uniti, poiché il corrente anno è quello della loro visita quinquennale ad limina; ed ha ricevuto da essi informazioni le più recenti e proprio di prima mano. In quel momento, ricevendo i rappresentanti della stampa cinematografica, teneva a dire che la loro Federazione si farebbe un gran merito, un grande onore, se volesse prendere senz'altro nelle sue mani la stampa per aiutare questa campagna necessaria, questa santa crociata contro il cinema immorale. Ciò facendo, la Federazione si renderà sommamente benemerita non soltanto della Chiesa cattolica, ma dell'intera umanità: e il Signore non mancherà di compensare con le sue migliori grazie gli autori di tanto bene.

Tutto ciò diceva e spiegava con quale desiderio il Santo Padre aveva atteso quella cara visita, con quale interesse vedeva quella rappresentanza e con quali particolari intenzioni augurava ai convenuti e a tutti i loro colleghi di acquistarsi grandi meriti e di farsi grande onore, nell'alta e nobile impresa.

 

Fonte: Sintesi in L'Osservatore Romano, 12 agosto 1934.